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Ottantotto Tasti

Matteo Sarti

Fin da bambino Matteo è sempre stato attirato dall’accostamento dei tasti bianchi e neri.

All’età di 8 anni riceve in regalo una piccola tastiera giocattolo con la quale prova a riprodurre melodie note e comincia a dare sfogo alla sua creatività. Da quel momento in poi è amore a prima vista. Matteo intraprende gli studi accademici al conservatorio diplomandosi a pieni voti in pianoforte. Parallelamente allo studio accademico della musica classica Matteo non perde occasione per infilarsi negli scantinati e  sale prove coltivando così la passione per altri generi di musica insieme a diversi gruppi musicali della scena underground della sua città. 

La sua passione per la musica e la sua esperienza attraversa così in quel periodo i linguaggi del rock, del blues, del pop e del reggae, ma tra i primi dischi che Matteo in età adolescenziale acquista c’è: “Alone” di Bill Evans. 

La curiosità verso lo stile del grandissimo Bill lo porta inesorabilmente verso il jazz e verso la scoperta di altri grandissimi pianisti, Keith Jarret, Michael Petrucciani, Chick Corea e non per ultimo il grande Stefano Bollani.

Grazie al Blue Valentine Jazz Trio Matteo può dare un lieto fine al suo ingarbugliato percorso di musicista rispondendo a se stesso che “se non sai cos’è… è jazz” (Cit. A. Baricco “Novecento”).

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