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La Voce

Valentina Londino

Fin dalla tenerissima età nella testa, dentro la cartella, nei disegni che Valentina porta a casa dalla scuola materna ci sono note colorate. Il primo contatto con la musica lo vive schiacciando con le sue manine cicciottelle i tasti del pianoforte verticale posteggiato nel salotto di casa, che inizia a suonare già dai quattro anni.

Ma è il canto che da sempre l’appassiona. Ama accompagnarsi al pianoforte mentre si diletta a cantare le canzoncine imparate a scuola, o inventandone di nuove. Aspetta che arrivi sera per chiudersi in camera con suo fratello maggiore a cantare quello che offre un canzoniere datato: Vasco, i cantautori italiani, i canti scout, qualche hit internazionale. Una voce, una chitarra, ed un amore che cresce finché, in adolescenza, Valentina matura il desiderio di intraprendere lo studio accademico del canto, in conservatorio.

Alle arie antiche, ai lieder, a Mozart ed ai solfeggi, alterna sempre gli ascolti più vari: per un lungo periodo nello stereo di casa gira solo Elvis Presley, poi i Quintorigo, band italiana sperimentale il cui frontman John De Leo è un vero virtuoso della voce, passando attraverso Edith Piaf, Domenico Modugno, Battisti, Mina, e più tardi i Radiohead, i Muse, i Marlene Kuntz, Norah Jones, Eva Cassidy. 

Ella Fitzgerald la scopre quasi per caso, quando a 18 anni le viene chiesto di esibirsi con un’orchestra d’archi in una versione di Summertime: ascoltando la sua registrazione, Valentina resta folgorata dal suo timbro caldo, dalla sua precisione, dalla sua ineguagliabile potenza interpretativa. Da quel momento è venerazione.

Non esiste per lei un genere prediletto. La bella musica, in quanto tale, è espressione autentica di emozioni e merita tutta quanta di essere vissuta. Ed è questo che ancora oggi caratterizza i gusti musicali di Valentina sebbene (e questo gli altri componenti del Blue Valentine lo sanno bene) esiste una certa predilezione nei confronti dei canti per l’infanzia e del repertorio natalizio.

 

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